Il Galateo delle Referenze, 7 buone domande da fare, 7 errori da evitare. Guida per il professionista, l’azienda, la referenza & attenzione alla privacy
I percorsi di selezione possono essere molto lunghi ed articolati e l’obiettivo è uno solo: avere una visione pluridimensionale del candidato, vale a dire riuscire a vederlo da tute le prospettive per poter prendere la migliore decisione. I principali metodi di selezione vanno dall’analisi del c.v, ai test di personalità, test cognitivi, compitini tecnici, questionari bibliografici, colloquio con il responsabile delle risorse umane, colloquio tecnico, analisi dei centri di valutazione, giochi di ruolo, scoprire sui social chi siete veramente. Alcuni usano la grafologia (tecnica molto affascinante Infine possono essere utili le indagini sui trascorsi lavorativi del candidato.
In questo iter sono impegnati il candidato e le sue referenze, l’azienda e special guest (è lui o non è lui? È lui!), il garante della privacy. In ogni caso è bene attenersi a precise regole. Vediamo quali.
Il professionista (dalla parte del candidato)
- Don’t: a meno che tu non sia un candidato in cerca della prima occupazione, non includere unicamente referenze personali (il tuo insegnate delle medie ed il catechista della cresima) stonerebbe tantissimo. Punta su un buon equilibrio tra lavoro e conoscenze personali o comunque nel definire la rosa potresti chiedere indicazioni e preferenze al richiedente
- Don’t: evita le referenze troppo personali (la mamma e la fidanzata), scegli referenze in grado di fornire un ritratto oggettivo ed il più possibile equilibrato della tua personalità
- Don’t: non scegliere persone inavvicinabili. Dovrai fornire il nome di un referente disponibile e facile da contattare per i selezionatori. Una difficile disponibilità a ricevere un feedback sul tuo conto potrebbe essere mal interpretata
- Don’t: non scegliere referenti con cui non sei stato a stretto contatto da anni, ne va dell’attendibilità e della validità delle tue indicazioni.
- Don’t: non ti dimenticare di tenere i tuoi referenti aggiornati e di ringraziarli per il sostegno, indipendentemente da come andrà la selezione
- Don’t: non mentire, sembra banale da dire ma non lo è. Accertati che il racconto che faranno i tuoi referenti collimi con il tuo, accertati quindi che lo storytelling sia il medesimo. Può succedere che nel tempo i ricordi del tuo referente siano cambiati
- Don’t: non inserire le referenze nel cv, è sufficiente la dicitura “referenze disponibili su richiesta”. Se le vogliono te le chiederanno
L’azienda (dalla parte di chi sceglie il candidato)
- Don’t: non si contattano le referenze senza previa autorizzazione del candidato
- Don’t: non siate tentati di contattare qualcuno con cui il candidato ha lavorato, ma non presente nella lista ufficiale delle referenze. Chiedere è lecito, rispondere è cortesia: se non ritenete adeguato l’elenco fornito chiedete e davanti ad un NO farete le vostre valutazioni. Ma non scavalcate mai il candidato.
- Don’t: non siate oscuri nel processo di selezione. Il candidato deve sapere come condurrete i controlli sulle sue referenze
- Don’t: evitate di essere vaghi nella presentazione del ruolo che il candidato dovrà ricoprire, la referenza deve esser messa nella condizione di articolare punti deboli e punti di forza relativi al ruolo della posizione dell’iter di selezione
- Don’t: non affrontate la conversazione ricercando conferme alla vostra valutazione. Rimanete aperti e occhio ai Bias.
- Don’t: non è solo una raccolta di informazioni, rimanere in ascolto ti permetterà di aggiungere informazioni utili alla futura gestione della risorsa e alla definizione del suo piano di crescita.
- Don’t: evita domande inappropriate. Valgono le regole previste per i colloqui di selezione, non si fanno domande sulla vita privata, età, carichi familiari, religione, etc.
NOTA: per maggiori dettagli sulla discriminazione sul luogo di lavoro leggi il mio articolo
https://veronicatomat.it/2021/03/18/discriminazione-sul-luogo-di-lavoro-le-10-cose-che-un-responsabile-hr-deve-prevedere/
Il referente (dalla parte di chi dovrebbe favorire il candidato)
Don’t: non mentire
7 buone domande da porre al referente
Dopo aver compreso la natura del rapporto, se lavorativo per esempio capirne la durata, i ruoli ricoperti e la modalità di collaborazione tra loro
- Come descriverebbe l’affidabilità e l’etica al lavoro?
- Quali sono i valori del candidato che meglio si adattavano alla vostra organizzazione?
- In quale tipo di ambiente lavorativo pensi che il candidato avrebbe maggiori probabilità di esprimersi al massimo?
- Il più importante successo ottenuto presso la vostra società?
- Quale è il rapporto con l’errore ed il fallimento? Può farmi degli esempi?
- In che momenti ha dimostrato la sua leadership?
- Se fosse possibile lo riassumerebbe?
Eviterei la domanda su punti di forza e di debolezza, se saprai ascoltare le risposte alle tue domande avrai tutte le informazioni necessarie
Attenzione alla Privacy
L’avvento del GDPR pone le aziende di fronte a nuove sfide e nuove procedure. Il garante nel caso del sistema delle referenze ha confermato quanto previsto dal galateo professionale, per cui:
- è ammissibile chiedere al candidato una lista di referenze
- solo il candidato può autorizzare l’azienda a contattare i propri riferimenti
- è il candidato responsabile dei dati forniti (email – cell)
- le domande dovranno limitarsi ad indagare il ruolo ricoperto e non affrontare argomenti di natura personale o inerenti procedimenti disciplinari
Concludo ricordando a tutti che nessuna azienda è uguale ad un’altra, quello che non ha funzionato in una società potrebbe essere una caratteristica neutra o vincente in un’altra. Non abbiate preconcetti e tenetevi aperti a farvi stupire.