Ascoltare è molto più che sentire. Le 5 regole per saper ascoltare

I corsi sulle abilità comunicative sono una componente essenziale della formazione e vengono attivamente promossi dalle organizzazioni, si stima che le abilità comunicative siano strumenti efficaci nella diminuzione dei contenziosi aziendali.

Oggi è la Giornata Mondiale dell’Ascolto, usiamolo come scusa per ricordarci come saper ascoltare, e che ascoltare e sentire non sono la stessa cosa.

Tutti pensano di saper ascoltare solo perché possessori sani di un paio di orecchie, beh, non è proprio così. L’ascolto è un’abilità importante e non scontata.

In questo articolo parleremo delle  3 regole da mettere in campo per ascoltare meglio.

Non sarà certo facile, ma siamo fortunati, sai perché? La frequenza gioca a nostro favore:

  • Punto primo: dalla vita privata al lavoro  si tratta un’abilità sempre molto richiesta e questo significa che abbiamo tante opportunità per metterci alla prova.
  • Punto secondo, siamo essere umani e per definizione siamo destinati all’errore, allo sbaglio, a qualche scivolone. E questa è la nostra più grande fortuna! Abbiamo, in questo modo, tantissime occasioni per imparare dalle esperienze pregresse e migliorarci, tutti i giorni.

Vuoi davvero saper ascoltare bene? Non trascurare nessuno dei 5 passaggi.

Ascolta con  attenzione e comprendi la natura umana

Machiavelli direbbe che la natura umana è immutabile, io direi che il cervello è “pigro” e l’abbiamo abituato (la faccenda è molto più articolata ed affascinante, ma non è questo il post, non me ne vogliate) a lavorare in modalità risparmio energetico.

Quando una persona parla, ed investe quindi energie e tempo, viene ascoltata veramente? Non necessariamente (Lo so che state pensando al vostro partner, anch’io).

Se in riunione il nostro capo sta parlando,  il fatto di essere nostro  referente dovrebbe esser ragione sufficiente per metterci in modalità ascolto, ma noi lo facciamo sempre?  Temo di no.

Per ascoltare l’essere umano ha bisogno di un motivo. 

Per questo, cari manager, prima di assegnare un task ad un membro del vostro team, prima di comunicare i dettagli dell’attività va detto loro che gli state per assegnare un compito di cui avranno la responsabilità.

Non è vostra abitudine farlo? Sono sicura che siete costretti a ripetere cose già dette. Non avevano un valido motivo per ascoltarvi con attenzione e non l’hanno fatto, per cui ripetete pure i dettagli. Grazie 

Per favorire l’ascolto bisogna fornire ed avere dei buoni motivi per farlo. 

Non tutto è perduto, alla natura umana non possiamo sfuggire, ma possiamo imparare a gestirla  meglio!

Fatti non foste a viver come…..

 Troviamo le motivazioni giuste per ascoltare. 

“Sarò in modalità ascolto durante il meeting con il mio capo perché…..”

Il multitasking, che fregatura!

Più per noi donne, la suggestione sociale del multitasking è una maledetta fregatura. Ma ci cadiamo tutti, indistintamente dal genere.

Chiariamo una cosa, il multitasking è il peggior nemico dell’ascolto. Non sempre si possono fare bene due cose contemporaneamente..

Puoi certamente pulire i pavimenti sentendo la tua musica preferita, ma non puoi partecipare alle riunioni del tuo capo passando il tempo con il laptop aperto a scrivere email.

Ma poi, che me stai a rappresentà, che me vuoi comunicà? Che sei il più figo del bigonzo? Che sei l’essere umano più impegnato del mondo e che si prende troppo sul serio per stare solo ad ascoltare? E che contemporaneamente, ascolti, scrivi email e pensi al cambio delle gomme.

Mah…

Scrivi ciò che senti e non ciò che pensi di aver sentito

Prendere appunti vale sempre, ma in particolare modo quando non avete trovato una valida “ reason why” che vi tenga concentrato sulla conversazione. 

Buone ragioni per prendere appunti:

  • scrivere è un valido alleato dell’ascolto perché vi costringe a farlo;
  • se scrivete per parole chiave avrete modo, rileggendo, di richiamare alla memoria molte informazioni
  • vi dà quell’allure molto professionale che non guasta mai.

E per tornare al punto sopra, sul più figo del bigonzo, laptop spento. Prendeteli a mano questi appunti, non solo per non far pensare ai vostri colleghi e al vostro capo che state facendo altro, ma anche perché è dimostrato che scrivere a mano migliora la memoria.

Quando si prendono appunti, i recruiter in questo sono cintura nera  quinto dan, scrivete ciò che ascoltate lasciando a  una fase successiva la vostra analisi ed interpretazione. Dalle parole usate si possono trarre tantissime informazioni a posteriori, ma se trascrivete la vostra interpretazione del discorso, trascurando le parole originali, queste  andranno perse per sempre.

Nice talk! È finita? Ora devi analizzare.

Finita la parte dell’ascolto è arrivato il momento di analizzare ciò che è stato detto, o ciò che ti viene chiesto d’interpretare. La conversazione potrebbe terminare con una domanda a te rivolta.  Non ti preoccupare, hai tutto il tempo per formulare la tua risposta e, se hai seguito i punti sopra riportati, anche tutte le informazioni necessarie.

Non è disdicevole prendersi del tempo prima di rispondere, anzi, se fatto bene dà importanza all’interlocutore e a quanto ci ha appena comunicato. Anticipa il momento di riflessione con una frase del tipo: “interessante, mi hai dato alcuni elementi nuovi che non avevo mai considerato…sto riflettendo”. Completano l’interazione uno sguardo intelligente con pollice ed indice sul mento.

Spazio per le domande

Darti come regola di base; devo sempre far domande, sarà un trigger davvero molto efficace per costringerti ad ascoltare ed, ovviamente, per portare a casa più informazioni. Questo deve essere un must!

Alcuni professionisti usano le domande unicamente per parlare, ovvero, fanno delle “finte domande”, ripetendo quello che hanno sentito senza apportare nulla di nuovo alla conversazione. Evitate.

Buona pratica!

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