Il potere nascosto della Gentilezza, in 3 semplici step

Il 13 novembre si celebra la Giornata Internazionale della Gentilezza, vediamo di capire perché è importante parlarne all’interno delle organizzazioni aziendali .

  1. In primo luogo per invertire la rotta su una deriva concettuale che accomuna la gentilezza alla debolezza. Vi do una grande  notizia, le persone gentili sono estremamente coraggiose!!!! Essere gentili significa connettersi all’altro, con i pro e contro che questo implica. Esporsi agli altri è sempre un segno di grande coraggio;Vuoi raggiungere gli obiettivi aziendali? Sii gentile.
  2. La gentilezza è un atto altruistico, l’altruismo è alla base di una sana e proficua cooperazione, fondamentale per raggiungere gli obiettivi aziendali;
  3. Essere gentili migliora il clima sul posto di lavoro. Quando sei gentile stai bene tu e fai star bene gli altri. Migliora l’umore, migliora l’autostima e diminuisce il senso di paura ed ansia che può compromettere le relazioni interpersonali;
  4. Aumenta la retention dei dipendenti poiché incrementa condivisione ed unione.
  5. Riduciamo la distanza psicologica data dallo smartworking: l’assenza della vicinanza fisica ed emotiva non è amica dell’empatia, curare la gentilezza significa limitare gli screzi e le tensioni nate dietro la tastiera.

Premesso che la gentilezza è legata all’empatia che è correlata con le nostre prime esperienze di vita, c’è modo per allenarci a diventare gentili con i nostri colleghi?

Utilizzando questi 3  suggerimenti ti garantirai successo, appagamento e felicità.

Inizia con l’essere gentile con te stesso

Per essere gentili con gli altri dobbiamo partire da noi stessi!

Credo che questa sia la cosa più difficile da fare, siamo così abituati a giudicarci (e quando lo facciamo siamo molto severi con noi stessi) che per allenarci  ad avere una corretta relazione  con l’altro dobbiamo partire dalla relazione che abbiamo con noi stessi.

Come anticipato è difficilissimo, ma io ho una strategia!

Parla a te stesso con la dolcezza, la gentilezza e la comprensione che useresti se parlassi con il bambino che un tempo eri. 

Chiediti se, in questo caso, useresti mai frasi quali:

  • Hai fallito;
  • Non sei abbastanza bravo ed intelligente
  • Non sei amato

Se la risposta è positiva  temo che la tua infanzia non sia stata delle più felici. Proviamo in quest’altro modo allora. Rivolgiti a te stesso con la gentilezza, l’autocompassione, la cura e l’amore che avresti voluto ricevere da piccolo.

Se anche così non funziona…beh, finisci tu la frase.

Medita

Una strategia vincente per coltivare la gentilezza verso il prossimo può passare attraverso la pratica della Meditazione Trascendentale.

Per due ragioni, primo: meditare sviluppa la compassione verso il prossimo, secondo: meditare aiuta nella gestione dello stress che è una dei nemici giurati della gentilezza.

Avete presente quei manager perennemente incazzati? Non volete diventare come loro, vero? Meditate.

Se te lo sei perso leggi il mio articolo sulla Meditazione trascendentale

Come aumentare successo e produttività con la Meditazione Trascendentale

Ora sei pronto, porta la gentilezza nel luogo di lavoro

Ogni quanto?

Datti un obiettivo di gentilezza settimanale, che sia un obiettivo raggiungibile, parti con il fare una cosa gentile  ogni 7 giorni per poi aumentare. 

Che caratteristiche avrà la tua azione?

  • Ti farà sentire generoso
  • Creerà energia positiva
  • Sarà un’azione sul singolo e non sul gruppo
  • Sarà disinteressata, non produrrà un ritorno per te (nell’immediato)
  • Falla semplice. Il pensarla e il farla non richiede più di qualche minuto
  • Riguarderà il rispetto, l’attenzione verso l’altro, la dignità e l’amore.
  • Dovrà  essere estemporanea, se ci vuole pianificazione non è gentilezza ma lavoro.

Cosa può fare l’azienda

Come si evince dai punti sovraelencati, la gentilezza è affare del singolo e le organizzazioni non possono fare molto, ma qualcosa possono e devono mettere in campo

Per esempio, inserire negli annunci di lavoro e nelle job profile description, oltre alle capacità correlate con il ruolo anche competenze relazionali quali:

  • Gentilezza
  • Gratitudine
  • Umiltà
  • Fiducia nel prossimo

Esempi concreti

Rileggendo il testo mi rendo conto che può sembrare più complicato di quello che è realmente, concentriamoci quindi sulla concretezza degli esempi.

Partiamo suddividendo gli esempi in due distinte categorie, ovvero:

  • Cose gentili che puoi dire
  • Cose gentili che puoi fare

Per antonomasia la regina della gentilezza è saper dire GRAZIE. Quindi dillo!

Pagare qualcuno non ti solleva dall’opportunità di ringraziarlo, in particolare modo se c’è stato dello sforzo extra, un’attitudine positiva, un aiuto specialmente se non richiesto, etc.

Cerca qualcosa di generoso da dire all’altro: digli quanto sta bene con quel vestito, quanto lo valorizza il nuovo completo, mi rendo conto che sono suggerimenti prettamente femminili…

Per i maschietti, puoi complimentarti per la Champions, non prima, però,  di aver accertato cha la sua squadra non sia stata eliminata.

Per antonomasia  non cè niente di meglio che un bel sorriso che viene dal cuore per ottenere l’effetto sperato.

Il sorriso è uno strumento potentissimo (ovviamente non parlo di sorrisi stitici a denti stretti) che motiva e valorizza.

E nella strada del fare la creatività si spreca, usiamola:

  • E’ l’anniversario di matrimonio? Lascialo andare a casa un’ora prima
  • Un giorno di vacanza in più per il compleanno dei figli
  • Offrigli un pranzo
  • Croissant al mattino
  • Amazon card
  • Fai qualcosa per essere utile all’altro

La fantasia non ha limiti, l’importante è che i tuoi gesti siano genuinamente pensati e che vengano dal tuo profondo per quella specifica persona, non usare le liste degli altri.

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